• 26 Feb

    Alcune considerazioni pratiche

    sulle nostre Celebrazioni Eucaristiche

    di p. Attilio Franco Fabris

    Un dono e un’occasione di incontro non solo un… precetto


    La Chiesa invita a riscoprire la centralità dell’Eucaristia domenicale ad ogni discepolo del Signore Gesù. Non sei chiamato a vivere la tua partecipazione alla Eucaristia domenicale anzitutto come un dovere (ma è anche questo!), un “qualcosa da dare a Dio”. Lui non ha bisogno di nulla: quello che ci chiede è solo per noi. Chiamandoti a partecipare alla messa domenicale è Lui che ti chiama per donarti ciò che ha di più prezioso: la sua Parola e la Carne e il Sangue del Figlio suo. Allora tu ,cristiano, vivi la Messa come un suo dono, un appuntamento immancabile e prezioso con Colui che è la speranza della tua vita.

    Ricorda che rimane tuttora valido il comandamento di “Santificare le feste” e che perciò sussiste il “precetto” (ovvero del dovere morale sotto pena di peccato grave) della partecipazione alla santa Messa domenicale e nelle feste di precetto: gli unici validi motivi per cui è possibile esserne esonerati sono per malattia, anzianità, assistenza ad ammalati gravi o bambini piccoli, o altri impedimenti gravi o improvvisi. Tutti gli altri motivi per il cristiano non sono validi! Cosa vi può essere di più importante dell’incontro con Dio e dell’ascolto della sua Parola e del mangiare e bere il Corpo e Sangue di Gesù?

    Soprattutto se sei genitore non scordarti dell’impegno solenne assunto, nel giorno del battesimo dei tuoi figli, dinanzi a Dio e alla Chiesa di educarli nella fede. Che senso avrebbe “costringere” i figli alla prima comunione, alla cresima, se tu per primo non vivi quello che chiedi loro di fare? Sarebbe stato più onesto ed educativo non avanzare la richiesta dei sacramenti per i figli se i genitori non li vivono.

    Di conseguenza a ciascuno di noi la fedeltà e serietà nel vivere, anche a costo di sacrificio, questo incontro settimanale col Signore e la comunità. Non vi può essere vita cristiana senza eucaristia: sarebbe come voler vivere senza mangiare né bere!  Il pretenderlo è vivere in una grande illusione spirituale; significherebbe pretendere di andare a Dio e vivere di lui a prescindere dalle strade che Lui stesso ha predisposto per incontrarlo.


    Sei figlio nella casa del Padre tuo, non un servo che se ne deve stare lontano…

    La celebrazione eucaristica è un banchetto a cui si mangia alla stessa mensa: come una grande famiglia. Sentiti in una grande famiglia! Se io vengo invitato a casa vostra, voi sicuramente mi inviterete ad entrare, a venire in salotto e non a starmene impacciato sulla porta. Se lo facessi pensereste: Questo qui non vede l’ora di andarsene, non gli interessa nulla di noi, e interpretereste il gesto come indelicato se non addirittura maleducato. Vedi allora che non ha significato per il cristiano rimanere in fondo alla Chiesa, vicino alle porte, o nascosti dietro le colonne. Il messaggio implicito che in questo caso viene lanciato da costoro è: “di quel che accade sull’altare non è affar mio, ma del prete. Io non c’entro!” Ricorda: Alla messa sei attore e non spettatore!

    Questo atteggiamento non è neppure testimonianza per chi magari sporadicamente partecipa alla messa. Vedere dei cristiani così distaccati, lontani da quel che dovrebbe essere la ragione del loro esser lì diviene motivo in più per dire: “questi qui sono qui per un dovere, e non vedono l’ora di andarsene perché allora ci dovrei venire?”.

    Allora un piccolo impegno: non aver paura di venire davanti, ai primi posti. Senti questo come un privilegio del tuo essere figlio nella casa del Padre, non un servo che se ne sta il più lontano possibile dal padrone. Se vedi banchi vuoti all’inizio della messa, abbi la gentilezza di venire avanti e magari di invitare altri a fare lo stesso. Ti sentirai partecipe della messa e non uno spettatore lontano e disinteressato.


    Renditi disponibile: esercita il diritto-dovere di svolgere il tuo ruolo


    Nella celebrazione eucaristica sono tanti i servizi che puoi svolgere per rendere più bella, partecipata e dignitosa la liturgia.

    C’è il servizio del lettore che proclama dall’ambone la Parola di Dio. Ritorneremo con calma su questo fondamentale servizio che deve essere svolto con competenza e dignità.

    C’è il servizio del ministro dell’altare  che non è delegato solo ai bambini anzi nella chiesa è un ministero ufficiale di per sé svolto da adulti che si chiama “accolitato”, c’è poi il servizio della raccolta delle offerte, dell’animazione del canto, della guida liturgica, ecc….

    Ci auguriamo che al più presto tante persone si rendano disponibili secondo quanto si sentono in grado di poter offrire al fine di sentirsi tutti “attori” nella grande azione liturgica che è l’assemblea eucaristica domenicale.

    Lo Spirito suscita tanti doni in vista del servizio alla Chiesa: quale il tuo dono? Li stai mettendo a disposizione, o per pigrizia o altro li tieni per te? Abbi il coraggio di dire la tua disponibilità. La comunità sarà ben lieta di vedere i suoi membri attivi e capaci di collaborare perché il culto del Signore sia bello. Perché allora  non vai dal tuo parroco per chiedergli: “Cosa potrei fare per rendermi utile all’animazione della nostra liturgia domenicale?”.


    Prega con tutto il tuo essere: tutto è dono di Dio!


    Capita purtroppo e spesso di vedere assemblee eucaristiche, spente, monotone, stanche, annoiate, disinteressate. Tra i motivi non solo a volte l’incapacità di animare da parte del celebrante ma anche la scarsa volontà di partecipazione attiva da parte dei presenti.

    Abbiamo il dono della voce: usiamola per lodare il Signore e dire la nostra gioia nell’essere nella casa del Signore, e con i fratelli cantare a lui. Fai lo sforzo di prendere il libro dei canti che ti trovi davanti, di aprirlo al numero indicato e di… cantare. Non si tratta di sbraitare sguaiatamente volendo apparire e farsi sentire, ma di partecipare e fare bene la tua parte: canta come puoi e riesci, ma canta. Non stare lì, muto, assente, con lo sguardo perso nel vuoto: l’impressione è quella di una persona che non sa bene cosa è lì a fare. Perché alle feste del paese si canta tutti a squarciagola e in chiesa si sta zitti? Qualcosa allora non va!

    Così pure partecipa con la voce alle risposte dell’assemblea alla preghiera liturgica. Un’assemblea che canta e risponde è assemblea viva, in cui è bello sentirsi inseriti, in cui è bello celebrare il giorno della resurrezione del Signore. Diviene testimonianza bella del nostro vivere la fede davanti al mondo. Una liturgia bella è stimolo a chi è lontano dalla fede e non partecipa a entrare a farvi parte. Altrimenti anche a causa nostra allontaniamo gli altri con la nostra negligenza.

    Facciamo allora il piccolo ma importante proposito di partecipare attivamente alla preghiera liturgica con il canto, avendo sotto gli occhi il testo che trovi sul libro apposito, e con le risposte proprie dell’assemblea. Darai la tua bella testimonianza del sentirti membro vivo e attivo, non amorfo e staccato da tutto e da tutti.


    Accogli sulle tue mani il tesoro preziosissimo del Corpo di Cristo


    Il momento in cui ti accosti a ricevere l’Eucarestia è il più importante. Quel pane non è più pane ma il Corpo vero e santissimo del Signore Gesù. Accostati all’immenso dono della comunione con grande adorazione e rispetto, evita nel modo più assoluto ogni superficialità e trasandatezza. La Chiesa raccomanda che il gesto del ricevere tra le mani il Corpo di Cristo sia fatto con grande consapevolezza e amore. Mentre sei in fila preparati nella preghiera, giunto davanti al sacerdote poni la mano destra sotto la sinistra, alle parole. “Il Corpo di Cristo” rispondi con grande fede dicendo: “Amen!”. Accogli nel palmo della mano sinistra le sacre specie con grande attenzione a non lasciar cadere nessun frammento. Ponendoti a lato del sacerdote con le dita della mano destra raccogli la particolare dalla sinistra e comunicati. Evita  di mettere davanti al prete le due mani parallele e stese, oppure di presentare le dita  a mò di… pinza volendo afferrare la particola, di avere guanti o altro tra le mani. Così pure comunicati da fermo e non camminando.

    Hai tra le mani l’immensa preziosità del Corpo di Cristo offerto per te, non profanare il dono preziosissimo che ti è dato! Anche con il gesto esprimi la tua preghiera e la tua fede, non solo con le parole.


    Dall’inizio alla fine


    L’Eucaristia domenicale ha degli orari ben precisi: non inizia né prima né dopo. Anche qui purtroppo vi sono coloro che, quasi per pessima abitudine arrivano con cinque o dieci minuti di ritardo a celebrazione iniziata, magari a lettura del vangelo conclusa. E’  da notare che in questo caso la partecipazione non è valida in quanto si è “saltata” la prima parte essenziale della Messa che è quella della liturgia della Parola. Anche qui occorre che la nostra coscienza abbia un po’  più di attenzione e finezza spirituale.

    Arrivare tardi è segno di poca attenzione e rispetto verso il Signore, al quale viene dato solo“qualcosa” e non tutto. Questo alla lunga provoca un ottundimento letale della mia coscienza di fede. Se tratto consapevolmente le cose di Dio senza rispetto meglio allora che coerentemente tralasci di farle!

    Inoltre il mio arrivare in ritardo è fattore di distrazione per gli altri, è impedimento ad entrare in un sano clima di preghiera nella liturgia.

    La medesima cosa vale per il termine della celebrazione: non si esce dalla casa del Signore e dalla comunità prima del congedo del sacerdote. Farlo significa mettere prima le mie cose che quelle di Dio. Aspetta dunque la benedizione finale e il congedo : è il tuo essere mandato nel mondo come missionario.

    Buona cosa, anzi ottima e doverosa, sarebbe riuscire a fermarti qualche minuto a tu per tu col Signore al fine di ringraziarlo e dialogare con lui nella preghiera.

    Fai allora il buon proposito di arrivare puntuale, anzi con qualche minuto di anticipo, in modo da prepararti bene all’incontro col Signore. Evita la trasandatezza e la superficialità nelle cose del Signore che sono le più vere e le più sante.


    Un po’ di galateo… da chiesa


    Fa attenzione prima di entrare in Chiesa di spegnere il cellulare, onde evitare che all’improvviso l’assemblea  (e il celebrante!) sia distratta dal trillo di qualche telefonino. Sei qui per ascoltare Colui che nella tua vita è la presenza più determinante: il Signore! Tutto il resto passa in secondo piano.

    Evita, se devi spostare qualche sedia, di trascinarla o di fare rumore inutile: aiuta i tuoi fratelli a conservare il clima di silenzio e di  preghiera.

    Così pure cerca di evitare di parlare con altri: conserva il silenzio nella casa di Dio permettendo così anche agli altri di vivere la loro preghiera nel raccoglimento.

    La medesima cosa riguarda l’accensione di lumini durante la Messa: evita questo gesto inopportuno. La preghiera liturgica è la cosa più importante, stai vivendo il memoriale della passione, morte e resurrezione del Signore. Le tue devozioni ai santi e alla Vergine Maria, lasciale per la fine della messa.  L’accensione del lume può essere certo un gesto di ringraziamento, di supplica e di lode ma fallo nel tempo giusto.

    Pessima cosa partecipare all’Eucaristia con la bocca intenta a masticare gomma, capita purtroppo anche questo: inutile richiamare che nell’incontro con Dio questo atteggiamento è a dir poco maleducato e di pessimo gusto. Non lo farei mai davanti ad una persona di riguardo, come mai lo faccio così spavaldamente nella casa di Dio?

    Facciamo sì che il nostro comportamento sia di stimolo alla preghiera e al raccoglimento: non facciamo della casa del Signore una piazza, o un luogo qualsiasi: è luogo santissimo in cui ci poniamo con ancor più consapevolezza alla presenza del Signore.


    Il valore dell’elemosina


    La chiesa è composta anche dal lavoro di persone concrete che devono vivere e di strutture che occorre mantenere efficienti in modo che il servizio religioso venga offerto con dignità, bellezza. Intervengono anche diverse spese fisse come la luce, il riscaldamento… Comprendi allora che l’offerta che viene raccolta durante l’Eucaristia è in vista anche di questo oltre che ad essere devoluta a chi necessita di aiuto o in vista di qualche altra iniziativa particolare. Concretamente conosci il costo della vita e del mantenere in piedi ed efficienti le strutture che anche tu utilizzi

    Il tuo contributo lo devi offrire con generosità, secondo le tue possibilità ma senza spilorceria, a volte diamo meno del valore di una tazzina di caffé!  Sii allora generoso nel donare ciò che necessita al mantenimento della casa del Signore. Anche da questo semplice e concretissimo gesto manifesti la tua collaborazione e il tuo inserimento nella realtà ecclesiale di cui devi sentirti responsabile.

    Posted by attilio @ 10:12

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