• 02 Feb

    CONOSCERE IL PADRE

    di p. Attilio Franco Fabris

    Gesù è mediatore della conoscenza del Padre:

    Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare (Mt 11,27).

    Ma che cosa significa conoscere il Padre?

    Per la natura umana comune e condivisa da tutti noi possediamo una base di conoscenza reciproca che ci permette una comunicazione di esperienze, ma nello stesso tempo ciascuno è unico ed irrepetibile il che fa sì che ciascuno sia portato ad uscire da sé, per andare incontro all’altro.

    Talvolta poi una terza persona ci pone in contatto con qualcosa di diverso, ovvero mi introduce in una sua conoscenza, mi aiuta ad esempio a stringere nuovi legami. Questa persona appare allora come mediatore.

    Partendo da queste considerazioni ci domandiamo allora: ma è possibile a noi creature umane conoscere Dio come persona? Noi non abbiamo la sua natura, tra lui e noi è posta una distanza abissale. Come possiamo dire di conoscere il Padre?

    Una conoscenza di Dio “naturale” mi porta tuttalpiù a prendere coscienza di una entità superiore e metafisica. E’ una conoscenza filosofica, dottrinale. E’ un po’ come il “Dio ignoto” da cui Paolo ad Atene prenderà lo spunto per annunciare Cristo e il Padre (cfr At 17,23).

    L’unica possibilità che rimane è dunque una rivelazione. La Scrittura ci dice che l’uomo è immagine di Dio, fatto a sua somiglianza.

    Questo allora mi fa capire che tutto ciò che è autenticamente umano mi può portare a Dio, condurre a lui, ad una certa conoscenza di lui.

    Ma questa stessa rivelazione non si limita a questo, perché sappiamo che la natura umana non è più così trasparente da portarci imemdiatamente all’immagine di Dio.

    Dio stesso compie un passo qualitativamente diverso, prende l’iniziativa di farsi conoscere incarnandosi, facendosi prossimo all’uomo stesso.

    San Giovanni nel suo vangelo presenterà Gesù come rivelatore, “esegesi” del Padre.

    Nella “preghiera sacerdotale” Gesù dice:

    Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.

    Ancora è lo stesso Gesù che dopo la sua morte e risurrezione fà dono alla sua comunità del suo Spirito. Nell’uomo è infusa questa presenza divinizzante che ci rende capaci di sintonizzarci e di conoscere il Padre all’interno di una relazione di amore e di allleanza.

    Chiedere nella preghiera inistentemente di possedere tale conoscenza è vitale per noi: è possedere la vita eterna.


    CONOSCERE GESU’  E’ CONOSCERE IL PADRE

    Gv 7,29: Eppure io non vengo da me e chi mi ha mandato è veritiero. Voi non lo conoscete; io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato.

    Nell’accostare la persona di gesù non dobbiamo fermarci al Gesù storico nell’uillusione così di poterlo già conoscere. La vita terrena di gesù è certo ricchissima in questo senso ma è insuffciente.

    Conoscere gesù implica accostarsi al suo mistero di Figlio eternamente generato da Padre, di inviato dal Padre, di rivelatore del Padre.

    AI Giudei gesù ripeterà che essi non conoscono il Padre perché non riconoscono il Figlio.

    Chi conosce il Padre è solo gesù, perché Dio nessuno l’ha mai visto (Gv 1),  e lui è venuto in questo mondo per comunicarci questa conoscenza.

    Quindi conoscere superficialmente Gesù significa conoscere superficialemnte il Padre. Rispose gesù: Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio. (Gv 8,19).

    Ne scaturisce il dato di fatto fondamentale che per il discepolo è essenziale la familairità col Vangelo al fine di poter conteplare il mistero del Padre: Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

    Allora potremmo interrogarci se quando invochiamo “Dio nostro”, “Dio mio”, lo invochiamo e riconosciamo realmente come il Padre di Gesù e Padre nostro. Oppure se in noi esiste ancora una spaccatura tra Gesù e un Dio ancora generico e misconosciuto.

    La vera adorazione da tributare al Signore Gesù è quella di ricoscerlo come inviato del Padre, come immagine perfetta del Dio invisibile.

    IO E IL PADRE SIAMO UNA COSA SOLA

    Un testo importante appartiene al “discorso di addio” pronunciato da gesù nell’ultima cena. Gesù risponde agli interventi di Tommaso e di Filippo:

    Non sia turbato il vostro cuore.

    Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.

    Nella casa del Padre nio vi sono molti posti; se no, ve l’avrei detto.

    Io vado a prepararvi un posto.

    Quando sarò anadato e vi avrò preparato un posto,

    ritornerò e vi prenderò con me,

    perché siate anche voi dove sono io.

    Già conoscete la via per anadre dove sono vado?

    Gli disse Tommaso: Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?

    Gli disse Gesù: Io sono la via, la verità e la vita:

    nessuno vine al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,1-6)

    Gesù si presenta come via che conduce al Padre, il che supera di molto la nube e il fuoco che guidavano il popolo ebreo nel deserto.

    Gesù è la vita che egli eternamente riceve dal Padre, da lui possseduta in pienezza e a noi comunicata.

    Gesù è verità non solo perché porta agli uomini un insegnamento vero, ma perché lui stesso è piena verità del Padre.

    Viene poi l’intervento di Filippo:

    SE conoscete me,  conoscerete anche il Padre.

    Fin da ora lo conoscete e lo avete veduto.

    Gli dice Filippo:

    Signore mostraci il Padre e ci basta.

    Gesù gli risponde:

    Da tanto tempo sono con voi

    e tu non mi hai conosciuto, Filippo?

    Chi ha visto me ha visto il Padre.

    Come puoi dire: Mostraci il Padre?

    Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me.

    Le parole che io vi dico, non le dico da me;

    ma il Padre che è in me compie le sue opere” (Gv 14,7-10).

    Contemplando attraverso il Vangelo la vita di Gesù, noi percepiamo come in filigrana la presenza e l’azione del Padre.

    Nell’antico testamente Dio parla nel tuono e nel fulmine,è avvolto da nubi oscure: non si può vedere il volto di Dio. Quando Mosè rivolegrà a JHWH la preghiera: “Mostrami la tua gloria”. Il Signore gli risponde: Non potrai vedere il mio volto, perché nessuno uomo può vedermi e restare vivo (Es 33,18-20).

    Nell’ultima cena Filippo ripete la preghiera audace di Mosè, e qui riceve una risposta affermativa: in Gesù Maestro e Signore egli può contemplare il volto del Padre.

    Ci domandiamo: noi che quotidianamente leggiamo e meditiamo le pagine del Vangelo, accopagnando gesù nel suo cammino possiamo dire di conoscerlo veramente? Riusciamo a avedere in lui il volto del Padre.

    Certo non vediamo il volto terreno di Gesù, tuttavia la stessa esperienza degli apostoli è possibile tramite gli occhi della fede.

    Tanta esperienza mistica lungo i secoli testimonia in modo impressionante questa possibilità.

    Ricordiamo che questo è possibile poiché esiste un’unità inscindibile perfetta eterna tra il Figlio e il Padre, con lo Spirito sono una “cosa sola” (Gv 10,30).

    E questa unità tramite il Figlio si apre per accoglierci.

    IL RUOLO DELLO SPIRITO

    Nella rivelazione del Padre anche lo Spirito ha un suo ruolo: Io pregherò il Padre che vi manderà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre… ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome egli v’insegnerà tutto e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,15ss).

    Lo Spirito sarà mandato anche dal Padre per riguardo al Figlio, o quando gli uomini lo chiederanno invocando il Figlio. Abbiamo qui un forte riferimento trinitario.

    Il Figlio manda lo Spirito da parte del Padre; il compito dello Spirito è di rendere testimonianza al Figlio. Lo Spirito accuserà il mondo di peccato e ristabilirà la giustizia e sarà pronunciata la sentenza di condanna del “principe di questo mondo”.

    E anche i discepoli, mossi dallo Spirito, sono inviati a rendere testimonianza a Gesù in quanto inviato dal Padre. Tutta la missione apostolica sta sotto il segno dello Spirito.

    Questo è lo Spirito che Gesù continua a mandare sulla Chiesa e sul mondo

    Posted by attilio @ 12:57

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