• 17 Apr

    L’amore: il mistero più alto

    da J. Vanier, La comunità luogo di festa e di perdono, Jaka Book

    “Amare” è una parola sconvolgente.

    “amare” è interessarsi veramente a qualcuno, essere attenti a lui; è rispettarlo così come è, con le sue ferite, le sue tenebre e la sua povertà, ma anche con le sue potenzialità, con i suoi doni forse nascosti; è credere in lui, nella sua capacità di crescere, è volere che lui progredisca; è nutrire verso di lui una speranza folle: “non sei perduto; sei capace di crescere e di fare delle belle cose; ho fiducia in te”; è gioire della sua presenza e della bellezza del suo cuore, anche se resta ancora nascosta; è accettare di creare con lui dei legami profondi e duraturi, malgrado le sue debolezze e la sua vulnerabilità, la sua attitudine alla ribellione e alla depressione.

    Assai spesso non m’interesso di qualcuno se non quando ho la percezione di fargli del bene e quando sento di essere io il bene. Attraverso quella persona, io amo me stesso. È un’immagine di me stesso che io ricerco. Ma se la persona comincia a disturbarmi, a chiamarmi in causa, allora costruisco barriere per proteggermi. È facile amare qualcuno quando mi asseconda o mi dà la sensazione di essere utile, di riuscire.

    “Amare” è tutt’altra cosa. Significa spogliarmi di me stesso al punto che il mio cuore possa battere al ritmo dell’altro, perché la sua sofferenza diventi la mia sofferenza. È com-patire.

    L’amore: mito o realtà, esperienza vera o illusione? L’amore, scopo reale di una vita o scappatoia… L’amore dai molti visi, come si presenta in televisione, al cinema, alla radio? Attrazione effimera tra l’uomo e la donna, tradotta in atti sessuali che non sono più che giochi, passatempi, rischi, avventure, desiderio di dominare o di sedurre? O meglio, realtà umana, anche divina, vetta dell’amicizia, che implica un dono e un’esperienza fuori dal tempo e una fedeltà nel tempo?

    L’amore è il mistero più alto e più profondo dell’universo, alla fonte e alla fine di ogni cosa. Implica una forza di carattere, una fedeltà interiore, un’intelligenza perspicace, una delicatezza del cuore e soprattutto un ascolto, un’accettazione, una disponibilità verso l’altro, attitudini rare nella nostra società.

    Ma le cose rare sono spesso le più belle: si tratta di orientare su di esse lo sguardo, il cuore e lo spirito degli uomini del giorno d’oggi. È solo questo tesoro incomparabile dell’amore e dell’unione che può donare all’uomo la felicità.

    Posted by attilio @ 14:08

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