• 01 Set

    Fate tutto quello che vi dirà

     Gv 2,1-12

      di p. Attilio Franco Fabris

    Presso il popolo ebraico le nozze erano festeggiate con grande solennità tanto che la festa durava anche una settimana (cfr. Gn 29,27).

    Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea, un piccolo villaggio vicino a Nazaret. E Maria vi fu invitata forse per motivi di parentela o di amicizia.

    Notiamo subito che nel quarto vangelo Maria madre di Gesù non è mai chiamata con il suo nome proprio. La ritroviamo nel quarto vangelo qui, all’inizio della manifestazione pubblica di Gesù, e alla fine, ai piedi della croce (Gv 19,25).

    Giovanni ci dice che naturalmente vi fu invitato anche Gesù, con i suoi discepoli.

    E venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli dice: Non hanno vino. Con questo breve tratto Giovanni ci rivela non solo il dono di osservazione della madre di Gesù, la sua attenzione tipicamente femminile ai dettagli materiali, ma soprattutto la sua delicatezza e la sua innata compassione.

    Maria non chiede nulla, si accontenta di far presente al figlio la situazione.

    Ci sorprende la reazione, a prima vista di ripulsa, di Gesù: Che c’è fra te e me, donna? Non è ancora giunta la mia ora! L’espressione che c’è fra me e te ricorre altrove nella Bibbia. E’ una locuzione semitica che esprime una distanza o una divergenza tra i due interlocutori. In questo nostro passo Gesù sembra mettere in questione la relazione con sua madre. Arrivando la sua  ora Gesù si emancipa dai legami di sangue (ricordiamo il brano lucano dello smarrimento e la risposta di Gesù). Gesù non rompe i legami con Maria sua madre, tuttavia afferma una certa autonomia e indipendenza dalla madre (cfr. 11,1ss).

    Resta il fatto che la forma interrogativa rende possibile due spiegazioni, due riposta una negativa e una positiva da parte di Gesù.

    Giovanni ci rivela in tal modo la grande disponibilità di Maria: Ella non solo acconsente alla rinuncia imposta, ma dispone gli altri ad una completa docilità. Con ciò passa dal suo ruolo di madre di Gesù secondo la carne, a quello di madre spirituale di tutti i discepoli.

    Gesù da’ l’appellativo di donna a sua madre. Quale il significato? Lo stesso avviene ai piedi della croce (19,26).

    Un’interpretazione esegetica consente di rifarsi a Gn 3: Maria rappresenterebbe la nuova Eva, la madre di tutti i viventi.

    Un’altra interpretazione vedrebbe nella “donna” l’immagine del popolo eletto, chiamato spesso nell’AT. Con appellativi femminili.

    “Fate quello che Lui vi dirà”. Gli esegeti hanno trovato parecchi riferimenti biblici a questa espressione: Gn 41,55; Es 19,8; 24,3.7.

    In quest’ultimo caso Maria raffigurerebbe il Nuovo Israele, essa collaborerebbe alla rivelazione di Gesù disponendo i servi ad eseguire gli ordini di suo figlio, raccomandando loro una totale obbedienza ai comandi di Gesù

    Maria mediatrice di grazia

     Nella nostra pericope assume una grande importanza la figura di Maria. E’ qui infatti che ella ci si presenta come mastra nella fede.

    E’ lei che con il suo intervento premuroso a favore degli sposi in difficoltà spinge il Figlio a rivelare la sua gloria. La fede dei discepoli è quindi favorita dell’opera mediatrice di Maria.

    Maria è realmente la mediatrice della rivelazione di Gesù e della fede dei discepoli: Gesù opera il miracolo per la sollecitudine della madre, i discepoli hanno creduto in Gesù grazie al prodigio avvenuto in seguito all’intervento di Maria.

    Per san Giovanni, Maria non è una donna come tutte le altre. La sua grandezza e la sua dignità derivano dalla missione sublime di essere la madre del Messia Figlio di Dio, oltre che madre dei discepoli rappresentati da Giovanni ai piedi della croce (19,26).

    Ella è la Madre della vita, “la donna”, nuova Eva madre di tutti i viventi.

    Ricordiamo infine  la comparsa di Maria si pone all’inizio e alla fine del ministero di Gesù: la rivelazione si compie dunque sotto lo sguardo attento e contemplativo di Maria la quale vi collabora.

    Maria e i discepoli del Figlio suo

     Il brano delle nozze di Cana rappresenta uno dei fondamenti più solidi della mariologia e della nostra devozione a Maria.

    Il n. 58 della Lumen Gentium parla della funzione di Maria nell’indurre il Figlio a dare inizio ai segni: da ciò comprendiamo che il prodigio di Cana è frutto dell’intercessione della Madre di Gesù.

    Ne deduciamo importanti considerazioni:

    – Maria ha una posizione nell’economia della salvezza, perciò deduciamo una fiducia illimitata nella sua potente intercessione. Ella interviene per noi, si preoccupa per noi, prende a cuore i nostri problemi e necessità ancor prima che ce ne preoccupiamo.

    – la madre di Gesù è modello esemplare di ogni discepolo: Cana ci presenta Maria come serva silenziosa del Figlio suo e modello di fede.

     

    Posted by attilio @ 12:31

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