• 20 Mag

    MARIA DI BETANIA: SEDUTA AI PIEDI DI GESÙ
    Luca: 10, 38-42


    a cura di p. Attilio Franco Fabris


    38 Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39 Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40 Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41 Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42 ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

    Questa volta ai piedi di Gesù c’è un’altra donna, ma senza lacrime né profumo… Anche la casa è diversa. Gesù lì vi è accolto come ospite e amico graditissimo, circondato di ogni affetto e attenzione. 

    E’ Marta che fa gli onori di casa verso Lui e i suoi discepoli; la sorella, Maria, si accomoda con calma, con cura ai suoi piedi. Il suoi occhi sono rivolti a Gesù, non sono rivolti a terra pieni di lacrime: il suo sguardo è aperto, attento, gioioso.

    A Maria è sufficiente stare ai piedi del suo Maestro: Guarda il suo Gesù e lo ama. Pende dalle sue labbra: non si lascia sfuggire una sola parola. Per lei non c’è nulla di meglio da fare!

    Non c’è nulla e nessuno che si frappone tra lei e Gesù… 

    All’improvviso la voce di sua sorella: certamente amata e rispettata. Marta sta svolgendo un servizio: ha scelto un altro modo di amare Gesù. E Gesù non l’ha disprezzata. Un giorno risponderà alle parole di Marta con la resurrezione di Lazzaro.

    Certamente Gesù ama anche Marta e il suo modo di prendersi cura di lui, della sua attenzione alla sua umanità di Redentore. 

    Maria è bruscamente distratta e richiamata da parole umane, certo vere e sincere: “Dille che mi aiuti”. 

    La situazione è delicata. Non bisogna disorientare Marta: non bisogna dirle che sta sbagliando. Non è vero! Ma il primo servizio è quello di Maria: un servizio che sta facendo anche alla sorella indaffarata: ella porta in quella casa la capacità intensa straordinaria e  gioiosa di incontro e ascolto della Parola di Vita. 

    “Marta, Marta…”: è un’espressione dolce, detta col sorriso, da parte di Gesù… Una parola che ne significava cento altre. “Non devi agitarti per le cose, tra le cose, non devi perdere te stessa… Quello che sta facendo Maria è il primo dono che porta nella tua casa… Ella apre la porta all’ascolto, alla luce, alla Parola…

    “Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori… 

    La disponibilità al servizio nella tua casa non può prescindere dall’essere innanzitutto comunione con Gesù, nel lasciarti amare: Maria ha scelto la parte migliore e non sarà Gesù a togliergliela. 

    Però, ora Maria: aiuta Marta!.. Va beh! Se lo dici tu…   

    CONFRONTANDOMI

      La sequela di Gesù è innanzitutto una vita di ascolto e di preghiera.

    Seguimi!  Dove, come, quando? Anzitutto mettendoti ai piedi di Gesù maestro. Ascoltando desideroso la sua parola, cosa ha da dirti. E’ da Gesù che ricevi via, verità e vita per la tua sequela. 

    Gesù non mi sta chiedendo se non di lasciarmi amare da lui. 

    Allora che cos’è la preghiera: quale posto deve avere nella mia vita? La tua preghiera è il tuo tempo dato a Dio, necessario a Dio per farmi suo.

    Una preghiera fatta anzitutto di silenzio e di ascolto. Creando uno spazio vuoto dentro di me affinché la sua parola possa risuonare in me liberamente. 

    Ciò richiede impegno, esercizio, perseveranza e non certo improvvisazione. 

    Nessuno forse mi ha insegnato il silenzio. Tanti mi hanno insegnato solo parole e parole… Devo far mia l’arte di saper ascoltare, accogliere, comprendere. Forse nella stessa comunità cristiani ci si educa al “dire”, al “fare”, al “sentire”, al “pensare”… 

    Che dire poi di quel frastuono e continuo rumore che caratterizza questa nostra cultura, questo tempo, il mio tempo, la mia vita quotidiana. Forse ho paura del silenzio… 

    Si tratta di vivere la vocazione alla sequela del Signore con uno stile contemplativo. lo stile di Maria di Betania. 

    Il mio pregare deve divenire traduzione del mio voler essere del Signore, del voler essere “nelle cose del Padre”. Nessuno mi dovrà distrarre. 

    Certo si tratterà di dare una mano anche a Marta: ma quando sarà Gesù a chiedermelo.       

    DI CONSEGUENZA

      La mia vita ha come scopo il divenire esclusiva proprietà di Dio. 

    1.Analizzo il mio ritmo e stile di preghiera: quali gli aspetti positivi e negativi?

    E’ momento privilegiato di ascolto?

    – a cosa mi sento invitato?

    * cosa devo lasciare o modificare

    * cosa devo invece privilegiare o scegliere 

    2.Faccio sì che la mia comunità sia anzitutto una comunità di ascolto e preghiera.

    Come? 

    3.Quale il ruolo dell’eucaristia? Diviene momento privilegiato di incontro con il Signore?

    momento di ascolto e risposta

    momento di intensa comunione tra me e il Signore

    spinta alla carità concreta?

    Posted by attilio @ 14:30

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